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Il brodino primordiale dei nostri giorni
Innovare. Ecosostenibile. Le parole più gettonate. Le parole dirigono il mondo, insieme alle immagini. Le immagini ci restituiscono i fatti. Ma i fatti sono spesso diversi dalle parole. E poiché ambedue sono generati dalla nostra mente è là che occorre guardare per capire, per trovare quell’invisibile spartiacque che destina al bene o al male.
Si parla spesso di innovazione e sostenibilità. Si usano parole per far credere che; una insana strategia dunque? O perché è semplicemente di moda, quando moda significa incanalare le menti in funzione dei mercati?
E già che si parla di mercato, sovviene alla mente Expo 2015 così da formare una triade perfetta della nostra ipocrisia. Si ripropongono le vecchie cose in un nuovo contenitore, con un titolo nuovo, molto lontano dalla realtà. E’ l’illusione del nuovo, non basta rifarsi l’abito per essere diversi. E’ l’incapacità di uscire dai binari morti.
Per parlare di innovazione e sostenibilità occorre essere in grado di far fronte effettivamente alla maggiore problematica globale che tocca il nostro pianeta: l’inquinamento. Come ? Fornendo energia utile al sistema degli organismi viventi e non sottraendola. Non è sufficiente diminuire l’impatto ambientale, le molecole immesse nell’ambiente dall’uomo sono giunte a livelli irreversibili e pericolosi per la vita.
Sentiamo continuamente notizie che vengono dimenticate, ma nuovamente affiorano milioni di tonnellate di rifiuti tossici dai nostri terreni.
La nostra tecnologia disinquinante, unica al mondo, è il brodino primordiale dei nostri giorni, il riparatore dell’ecosistema a partire dal primo anello della catena biologica: il vegetale. Dunque dall’agricoltura.